CAMMINO DI TINDARI

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CAMMINO DI TINDARI

CAMMINO DI TINDARI

Info: La Compagnia dell’OstelloPippo Currenti (+39-3881480032), Stefano Castellana (+39-3803462623)
Mail: lacompagniadellostello@gmail.com
Web: www.ilcamminoditindari.org
Social:www.facebook.com/compagniadellostello 

 

L’associazione “La Compagnia dell’Ostello” organizza da diversi anni il pellegrinaggio da Mojo Alcantara per i propri soci, ma sappiamo che, ancora oggi, pellegrinaggi a piedi si svolgono da Roccella Valdemone, da Malvagna, da Francavilla di Sicilia, da Motta Camastra, da Randazzo, da S. Teresa di Riva oltreché da quasi tutti i paesi della zona tirrenica messinese. Questi percorsi si intrecciano, a volte si toccano e a volte si sovrappongono, ma tutti hanno la stessa meta: il Santuario della Madonna nera di Tindari.

Da qui è nata l’idea di promuovere il Cammino di Tindari, anche unendo tra loro i Santuari presenti nelle tappe di questo percorso: Mojo Alcantara con il Santuario del SS. Crocifisso, opera da Frate Umile Pintorno da Petralia (di cui, si dice, ci sono in Sicilia ben 33 Crocifissi lignei da lui scolpiti),  Montalbano Elicona con il Santuario di Maria SS. della Divina Provvidenza e, naturalmente, Tindari con il conosciutissimo Santuario della Madonna nera, meta di continui pellegrinaggi da tutta la regione e dalla vicina Calabria. Con la volontà, nel prossimo futuro, di unire, collegare e attrezzare anche i percorsi che partono dagli altri paesi.

UN CAMMINO SPIRITUALE ma non solo…
Il percorso attualmente attrezzato parte da Mojo Alcantara–Malvagna, attraversa il Bosco di Malabotta, tocca i Megaliti dell’Argimusco per concludere la prima tappa dopo circa 24 Km a Montalbano Elicona (Borgo dei Borghi 2015). La seconda tappa, di circa 21 Km passa dalla frazione di Braidi quindi sulla S.P. 108 fino a Scala (fraz. di Patti) e poi l’ultimo km fino al Santuario di Tindari.

 

PRIMA TAPPA: MOJO ALCANTARA – MONTALBANO ELICONA
Il Bosco e la natura
Partenza:Partenza: con le spalle alla chiesa andate sulla sinistra, troverete i simboli che indicano il Cammino, state attraversando il nucleo storico del villaggio, il quartiere di S. Antonino che prende il nome dall’omonima chiesetta di cui potete vedere i ruderi a pochi passi dalla Chiesa Madre; lasciate l’abitato di Mojo in direzione di Malvagna passando accanto il campo sportivo. Da qui, se avete tempo, con una piccola deviazione potete visitare la Cuba, una piccola cappella (Trichora), testimonianza della presenza Bizantina in Sicilia; prendete il bivio a destra subito dopo un grande edificio rosa, (un antico palmento in parte restaurato dal Parco Fluviale dell’Alcantara), alla fine del rettilineo vi trovate di fronte all’ingresso dell’uliveto nel quale si trova la cappella bizantina. Seguendo la segnaletica invece, il percorso passa accanto al tipico tronco di cono del vulcano spento di monte Mojo. Anche qui, se avete un po’ di tempo, è possibile salire sul vulcano spento percorrendo un piccolo sentiero costruito dal Parco Fluviale dell’Alcantara e che vi porta con una breve ma ripida ascesa, sull’orlo del cratere dal quale si può ammirare lo sviluppo dell’intera valle e l’imponente apparato vulcanico dell’Etna con le sue cime fumanti.
Proseguendo lungo la strada asfaltata, prima di una decisa curva a sinistra, sulla destra si diparte uno sterrato che, una volta superato un piccolo torrente, sale decisamente portandovi su una strada asfaltata; attraversatela e prendete, quasi di fronte, la via Ciacata con il quale si entra nell’abitato percorrendo i caratteristici vicoli e scalinate fino a giungere in piazza Roma, centro del paese. Prima di proseguire il Cammino potete fare una sosta presso la chiesa del paese, dedicata a Sant’Anna, a cui potete arrivare salendo una ripida scalinata che la collega al centro.
Da piazza Roma, attraversando un antico arco alla fine della piazza, siete di nuovo sulla strada del Cammino. A sinistra, in cima alla collina che è un parco urbano dedicato ad Angelo D’Arrigo, si nota il Convento di S. Giuseppe. Arrivando nella piazza antistante il Cimitero, sulla sinistra troverete un abbeveratoio con buona acqua per rifornirvi.

Aggirate il Cimitero sul lato sinistro e, proprio alla fine del muro di cinta inizia un tratto a traffico limitato con pista ciclabile che vi porterà in contrada Pittari. Alla fine della strada lastricata, si scende sulla destra seguite uno sterrato carrabile fino ad un capannone e una casetta (sono le case di contrada Porcaria di proprietà del Comune di Malvagna) che vi lascerete sulla destra per imboccare una ripida salita. Dopo circa 500 metri, sulla destra, c’è l’area attrezzata di Fondo Pittari dove potete fare una breve sosta, tenete conto che avete percorso 5 km praticamente tutti in salita e siamo solo all’inizio! Imboccate ora il sentiero che va decisamente a destra e seguitelo senza deviazioni. E’ un’ascesa lunga e faticosa, sono altri 5 Km che ci portano a Pizzo Palo a 1325 m con un dislivello di circa 500 metri, ma, come dicevano i latini “Per aspera ad astra“. Arrivati sulla sella seguite il bordo del Bosco di Malabotta a sinistra con un bellissimo panorama dell’Etna sulla destra. Dopo aver percorso circa 1300 metri sul crinale vi troverete ad un bivio, prendete a sinistra per entrare nel bosco.

Il Bosco di Malabotta è una delle aree verdi più importanti e più antichi della Sicilia, incastonato tra la fine dei monti Peloritano e l’inizio dei Nebrodi, si estende su una superficie di circa 3200 Kmq e possiamo definirlo come un residuo delle foreste che coprivano l’intera isola.Lungo il sentiero che percorriamo possiamo ammirare il panorama mozzafiato di Rocca Vuturi (I Vuturuni sono i Grifoni, un tempo comunissimi, estinti negli anni ’60 del secolo scorso e ora oggetto di ripopolamento). Prestate attenzione al cartello di legno che troverete sulla destra poiché la cima si trova a un centinaio di metri dal sentiero. Dalla Rocca, un imponente agglomerato calcareo, lo sguardo può spaziare dall’Etna e lo Jonio, al Tirreno, con Capo Milazzo e le isole Eolie. Subito dopo incontriamo l’altipiano dei “Patriarchi del Bosco”, diversi esemplari di querce centenarie, alcune di oltre due metri di diametro.

 

SECONDA TAPPA: MONTALBANO – TINDARI
Verso il Santuario
Partenza: Di fronte al Santuario Maria SS. della Provvidenza imboccate la traversa che va verso le Poste. In fondo a questa strada andate a destra seguendo le indicazioni per l’agriturismo “Il Gelso” (struttura convenzionata con il Cammino di Tindari). Giunti in prossimità dell’agriturismo proseguite la discesa seguendo le indicazioni per il depuratore. Da qui il sentiero si inoltra in mezzo a noccioleti e boschi di castagni, e, in qualche punto, potrete riconoscere il ciottolato dell’antica via di comunicazione tra Montalbano ed la sua frazione di Braidi.

Alcuni tratti di questo sentiero sono quasi cancellati in parte per gli improvvidi interventi dell’uomo, in parte per la presenza di rovi ed alte felci. Non vi scoraggiate, alla fine dello sterrato vi troverete in fondo alla valle e, attraversato il ponte, inizia la salita di circa 2,5 Km che vi porterà nella frazione di Braidi. Avete percorso 5,5 Km e qui potete fare una sosta al bar e fare rifornimeto di acqua e viveri.

 

BRAIDI

A Braidi, dalla piazzetta principale prendete via Messina e seguitela fino alla fine dell’abitato. La sgtrada principale svolta a sinistra, voi invece proseguite dritto per la stradina che vi sta di fronte e seguitela, diventerà un sentiero lastricato di pietra fino a ricongiungervi con la SP 119 verso Patti, proseguite a sinistra lungo la stessa strada, superate la collina con le tre croci, e continuate per alcuni chilometri.

Dopo un lungo rettilineo, superato il bivio (SP 120 da NON prendere) verso le frazioni di Madoro e Scarpiglia, la strada provinciale curva a destra, voi invece prendete lo sterrato che va dritto e percorretelo per circa 1 Km per rientrare poi sulla SP 119. Dopo un altro chilometro e mezzo, sulla destra, trovate una ripida salita: è l’ultimo strappo, la Sp 108 che, in pochi chilometri, ci porta in vista del Tindari.